Stranamente, il secondo anniversario del 7 ottobre, il più atroce giorno di lutto per il popolo ebraico dal tempo della Shoah, coincide con l'inizio di Succot, la festa delle capanne, in cui famiglie e amici, riuniti sotto un tetto di frasche che ricorda la fragilità ma anche la determinazione della traversata nel deserto fino a Eretz Israel, sono chiamati alla gioia, alla speranza, alla benedizione. Atto unico al mondo, il sindacato italiano ha proclamato uno sciopero nazionale in sostegno di un gruppo frivolo, che, ormai è provato, invece di aiuto umanitario portava solo vanità e disegno politico in nome di Hamas; la folla ha definito una strage cannibalica un gesto di "resistenza", distruggendo un lemma così importante nella storia di tutti (mia madre era partigiana combattente, mio padre venne con la Brigata Ebraica a combattere il nazifascismo). Con lunga preparazione, molto denaro, media di ogni genere, corruzione a largo raggio; con la fantastica coincidenza dello jihadismo portato dall'immigrazione e la fame di potere di una sinistra woke affamata di "oppressi" da difendere, dalle piazze si leva un grido di odio per gli ebrei, per il loro piccolissimo Paese e per la indispensabile guerra di difesa che devono condurre per non morire mentre si esaltano le falangi degli assassini.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Fiamma Nirenstein)
Published at: 2025-10-07 05:11:41
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